In corrispondenza della foto Ottone ha annotato sull'album: "Ravne (Monte Kuk)". Ravne è una località non lontana da Bate dove, secondo il diario storico del Comando Artiglieria del 24° C.d’A. il 3 settembre era stata formata una batteria armata con cinque obici Skoda da 152 (denominata poi 1.a austriaca) postata nei pressi di Bate. Il 7 la nuova batteria si trasferiva in Trusnje (nei pressi di Bate restava però una sezione, che sarebbe partita solo tra il 26 e il 27 settembre). L’8 settembre veniva messa in efficienza una seconda batteria “austriaca” armata con quattro obici Skoda da 105. Entrambe erano servite da personale della 740.a Batteria (quella di Ottone). L'episodio è avvenuto il 15 settembre (e non il 16, come parrebbe dal brano riportato qui sotto): lo conferma lo stesso Ottone nella lettera del 21 settembre 1917 dove ricorda "la triste giornata del 15 corr." Sull'abbandono da parte degli Austriaci in ritirata di molti pezzi di artiglieria Ottone il 5 settembre scriveva a Sandra: "Non ti ò ancora detto che per giungere più presto a salutare il nemico partente da queste terre siamo venuti (colpo) a mettere in attività una loro batteria? (Il Giornale d’Italia del 2 corr. ne parla). Sono meravigliosi pezzi da 152 (obici) leggeri e forti, semplici e precisissimi. Presso di noi ne avevamo ben sedici ed ora ce ne son restati cinque, gli altri son stati portati in dietro. Nella strada da me percorsa per raggiungere questa posizione ne ò veduti tanti altri di tutti i calibri e bellissimi e poi monti di munizioni, depositi preziosissimi. E di questi, solo un pezzo fu fatto saltare, per gli altri non ebbero tempo. La ritirata nemica à tutte le caratteristiche di una rotta precipitosa."
126. Ottone a Sandra. 17 settembre 1917: "Avrei potuto scriverti ieri, ma improvvisamente, per un tragico incidente, un quadruplice lutto colpiva la nostra batteria. L’accoramento più doloroso tolse ad ognuno di noi ogni energia, ogni desiderio. Vidi quattro miei compagni scomparire in un baleno, frantumati in mille osceni brandelli. Uno di quei maledetti obici tedeschi, che noi manovriamo, à voluto vendicarsi: ma vi à trovato la morte esso stesso, polverizzandosi quasi. Le brillanti conquiste di varie quote che i giornali pubblicheranno oggi e che costarono alla fanteria tre morti e pochi feriti, a noi ànno rapito quattro baldi giovanotti e quattro altri feriti. Ò scampato anch’io il mio pericolo (mi trovavo a soli 40 passi) ed oggi mi sento più forte e più deciso nella lotta per una pace civile."
L'unica foto esistente misura mm 80 x 61. Molti anni più tardi Ottone ha ricostruito l'episodio in forma di ex voto: vedi la scheda 3002.
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